La protesta in piazza: «Se si perde l’abitazione se ne va anche la dignità»

Sabato 07 Maggio 2011 – CRONACA, pagina 29 – Il Giornale di Vicenza

C’è chi è già stato sfrattato e vive con la famiglia in stanze d’hotel pagate dal Comune e chi attende con angoscia nei prossimi mesi la visita dell’ufficiale giudiziario e delle forze dell’ordine da cui sarà obbligato a lasciare l’appartamento.

Ieri al gazebo del Sunia alcuni membri del Movimento degli sfrattati distribuivano volantini ai passanti per sensibilizzarli sulla loro situazione drammatica.

“Siamo uomini e donne, genitori e figli, nuclei familiari che la crisi economica sta emarginando non solo dal lavoro, ma dalla società stessa – era scritto nel foglio distribuito ai vicentini nel giorno di mercato – La casa è il luogo di quella dignità della persona e della famiglia che non vogliamo rassegnarci a perdere”.

“Dal 18 maggio non avrò più una casa – spiega Cristina Baù, 38 anni – Fino a due anni fa mio marito aveva un’occupazione ma poi l’azienda orafa che gli dava lavoro è entrata in crisi ed ora eccoci in questa situazione drammatica. Mio marito ha 45 anni e nessuno gli offre un lavoro perchè è considerato troppo vecchio; io, invece, ne ho 38 e dato che posso avere ancora figli, nessuno mi prende. Abbiamo una figlia di 16 anni che soffre per questa bruttissima situazione che peggiorerà ulteriormente quando saremo in mezzo a una strada”.

L’albanese Kasemi Gentian, 39 anni con moglie e due figlie, è stato sfrattato lo scorso quindici di gennaio e vive all’hotel Dream di borgo Casale: “Sono in Italia dal 2002 e ho sempre lavorato – racconta – Nel 2009 facevo il magazziniere e, a causa della crisi, sono stato licenziato e non ho più trovato un’occupazione. Le case sono inagibili e da ristrutturare? Io sarei disposto a fare i lavori per mettere a posto un appartamento e andarci a vivere perchè una famiglia non può stare in una stanza d’albergo, questo è pacifico”.

Le testimonianze si sommano ed emergono altre situazioni di difficoltà. “Ho appena ricevuto l’avviso di sfratto esecutivo – spiega Mauro Marchi, 57 anni – Sono in cassa integrazione in deroga dopo aver perso il lavoro alla EMG di Gambugliano più di un anno fa, ma da cinque mesi non vedo un centesimo perchè la Regione dice di aver finito i fondi. Per ora mi arrangio con l’aiuto di qualche amico per mangiare ma quando tra tre mesi non avrò più una casa non so come farò”.

Vive nell’hotel Dream anche il tunisino Aissaoui Mounir, 38 anni di cui gli ultimi 19 passati in Italia, una moglie e due bambine piccole: “Dal 24 gennaio sono fuori di casa – racconta – In Italia ho sempre lavorato, ma ora sono in cassa integrazione dal 2009 e con i 650 euro che prendo al mese è impossibile pagare l’affitto e dar da mangiare alla mia famiglia”.N.R.

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