Case pubbliche a Vicenza: in un anno 272 sfratti, 1000 domande, solo 80 alloggi consegnati! – Per il SUNIA i numeri parlano chiaro – Lanciata una sfida al Comune di Vicenza

Case pubbliche a Vicenza: in un anno 272 sfratti, 1000 domande, solo 80 alloggi consegnati! – Per il SUNIA i numeri parlano chiaro – Lanciata una sfida al Comune di Vicenza

12 aprile 2012

NOTA DELLA SEGRETERIA DEL SUNIA DI VICENZA, parlano il segretario generale Fulvio Rebesani e il suo vice Stefano Priante:

“La questione-casa per i poveri ed impoveriti nel comune di Vicenza è condizionata da un triangolo con ai vertici queste cifre: 272, 1000, 80.

Non è una cabala.

272 sono gli sfratti eseguiti nel 2010, 1000 sono le domande di alloggi pubblici, 80 i nuovi alloggi pubblici consegnati nel 2010.

In questo perimetro sta la carenza di abitazioni economicamente accessibili alle famiglie cassintegrate, licenziate, senza lavoro ma sta anche la crisi profonda della politica abitativa a Vicenza. Non vale sbandierare cifre (oltre 10 milioni spesi per la casa). Per quanto a nostra conoscenza oltre la metà della cifra riguarda il futuro che, come noto, è incerto. Comunque gli sfrattati e le famiglie in difficoltà non si stanno accorgendo degli effetti di questa enorme spesa. Eppoi, in aggiunta ai 10 milioni dichiarati già spesi,  quanto ha stanziato l’amministrazione per ripristinare i circa 100 alloggi proprietà comunale, cioè di tutti noi,  bisognosi di lavori?

Il cittadino medio, data l’emergenza abitativa grave, penserà che l’amministrazione comunale vicentina sia indaffarata a trovar case.

Invece no.

Essa è stravagante e, pur in forte mancanza di abitazioni ERP, nega all’ATER il terreno, già previsto, per edificare 12 alloggi pubblici alle Maddalene.

Non è che questa comunità non li voglia, come dice Variati. Si tratta delle persone che abitano in via Cereda e dintorni (zona nord)  perché a sud (es. via Rolle e viciniori) non appaiono interessati alla cosa. Quindi, come dicono a Roma :“non t’allargà”.

Perchè una parte degli abitanti di Maddalene non voglio le case ATER? Chiedono un parcheggio.

Della serie: la collocazione delle auto vale più del dare un tetto ad una famiglia in difficoltà economiche. Non c’è male come tasso di egoismo. Ma Variati e Giuliari non assecondano solo queste poco nobili motivazioni perchè esse assomigliano ad altre viste e lette in Veneto, inquinate da razzismo. In altri termini, nelle case ATER ci vanno i poveri nostrani e poi i “marocchini”, i “rumeni”, gli “albanesi” e non li vogliamo vicino a casa nostra!

Di fatto Variati e Giuliari con la loro decisione hanno assecondato questo.

Ma c’è un altro aspetto. L’Ater ha a sua disposizione un milione di euro per quelle dodici case ERP a Maddalene. Se Vicenza li rifiuta non mancano i comuni pronti ad accogliere quelle case.

Sindaco ed assessore dicono che troveranno un altro terreno: un po’ più in periferia di Maddalene?

Il SUNIA sfida l’amministrazione comunale ad asseverare la sue  intenzioni dichiarate concedendo all’ATER parte dell’area  in via  Cattaneo, già occupata dalla acciaieria Beltrame –proprietà  comunale-  per la quale il PRG (vigente con i suoi piani attutitivi fino alla approvazione del piano degli interventi: L.R. 11/2004, art. 18) prevede un volume residenziale pari a circa 45 alloggi da 70 mq..

La realizzazione di case ERP attiene al bene  comune perché gli edifici non diventano proprietà privata ma entrano a far parte del patrimonio di un ente pubblico: l’Ater. E’ un bene comune anche affrontare la questione-casa per chi è in difficoltà perché, come ha più volte affermato la Corte Costituzionale in base all’art. 2 della nostra Costituzione, quello alla casa è un diritto inviolabile”.