Il SUNIA contro la vendita degli alloggi ATER – 25 gennaio 2010

Il SUNIA contro la vendita degli alloggi ATER – 25 gennaio 2010

25 gennaio 2010

Nell’ultimo mese la segreteria della federazione vicentina del Sindacato unitario nazionale inquilini, assegnata e proprietari di prima casa (SUNIA) ha concluso una serie di assemblee con gli inquilini dell’ATER provinciale per informare e verificare la situazione dopo la proposta di legge depositata dalla Giunta regionale il 22/10/2009 (n. 439) e finalizzata alla vendita degli alloggi ATER di costruzione precedente al 1989.

Le abitazioni saranno offerte anzitutto agli attuali inquilini; se essi non vorranno o non potranno acquistare l’abitazione verrà ugualmente venduta all’asta. L’inquilino potrà rimanere dentro per otto anni e poi verrà richiesto dal nuovo acquirente un canone a mercato libero, che in media per un appartamento ATER significa sui 400-450 euro al mese.

I comuni comunque possono decidere di non vendere il loro patrimonio immobiliare. Le abitazioni di proprietà comunale a Vicenza e a Bassano sono rispettivamente gestite da AMCPS e da FARMACASA.

La proposta di legge inoltre prevede l’aumento dei cnoni di locazione, anche nel caso di famiglie con basso reddito. E inoltre prevede un taglio alla durata della locazione: per le nuove assegnazioni il contratto durerà otto anni e non più a tempo indeterminato come è ora.

Il SUNIA avversa nettamente questa proposta di legge ed ha prodotto una serie di richieste sintetizzate in una petizione che verrà inviata alla Regione, ai Sindaci e  all’Ater. Per questo il sindacato inquilini chiede ai cittadini una firma.

La proposta di legge regionale dietro al richiamo dell’acquisto della casa nasconde un generale peggioramento delle condizioni della locazione per tutti. Anche se il SUNIA non è contrario all’acquisto da parte degli inquilini dell’alloggio abitato.

Il SUNIA però chiede che la vendita venga proposta secondo la prassi usuale, in base alla legge 560, per cui chi non acquista ha comunque il diritto di rimanere nell’appartamento alle medesime condizioni di prima dell’offerta d’acquisto.

E nel caso che la Regione volesse generalizzare le vendite secondo il SUNIA debbono essere osservate delle regole. La prima: la vendita ed i relativi tempi siano lasciati ai comuni che provvederanno secondo la gradualità richiesta dalla situazione locale di morosità nel pagamento dei canoni, dal livello dei canoni di locazione privati, dalla situazione occupazionale, dal reddito delle famiglie assegnatarie delle case da vendere.

La seconda: per gli assegnatari che non dovessero acquistare la casa abitata siano mantenuti immutati i contratti di locazione vigenti, ivi compresi durata, canone, oneri accessori.

Inoltre di fronte alla lunghissima lista di 15mila famiglie venete (4mila nel vicentino) che attendono un alloggio pubblico il SUNIA ritiene che i fondi ricavati dalle eventuali vendite debbano essere interamente reimpiegati nella costruzione di abitazioni di edilizia residenziale pubblica; e che vada rivista la ripartizione dei finanziamenti del piano casa triennale della Regione del Veneto e che venga assegnata alla ERP sovvenzionata (ATER e comuni) la metà delle risorse previste. Ora la gran parte viene riservata all’edilizia convenzionata (cooperative di costruzione della prima casa).

Il SUNIA chiede anche che venga soppresso l’aumento generalizzato dei canoni che comporterebbe sacrifici ulteriori da parte delle famiglie che già sono tartassate dalla crisi occupazionale. E infine che venga annullato il taglio della durata della locazione, che a sua volta produrrebbe il rischio di dolorose espulsioni di nuclei familiari già gravati da problemi economici di sostentamento.

Le firme dei cittadini si raccolgono nella sede del SUNIA in contrà Santa Corona 27 angolo via Apolloni 33.

 

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