Il TAR dà ragione al SUNIA: no cancellazione da graduatoria case comunali di ERP dopo rinuncia per motivi di salute! – 12 ottobre 2010

12 ottobre 2010

Una quarantenne G.B. che vive in zona Anconetta (Vicenza) con il compagno invalido all’80% con problemi di deambulazione e con la figlia di 5 anni che soffre di una forma asmatica grave (allergia alle muffe), si è vista rifiutare la casa pubblica dal Comune di Vicenza per aver rinunciato a due abitazioni non consone alla sua situazione familiare. La prima abitazione offerta dal Comune si trova in via Pastrengo vicino all’ospedale (situazione necessaria per la malattia della figlia) ma è sita al terzo piano e la palazzina non è dotata di ascensore. Inoltre il vano scala e l’appartamento avevano la presenza di muffa.

La seconda abitazione messa a disposizione del Comune era a 12 km dall’ospedale. Inevitabile la rinuncia.

Grazie al SUNIA di Vicenza la signora ha fatto ricorso al TAR del Veneto per essere riammessa nella graduatoria degli aventi diritto all’ERP (Edilizia Residenziale Pubblica), ovvero alle case del comune gestite dall’AMCPS, e i giudici veneziani hanno accolto la sua domanda. Quindi l’amministrazione comunale dovrà reintegrarla in graduatoria. E il SUNIA ha chiesto la reimmissione in graduatoria e la conseguente assegnazione immediata di una casa.

La signora ora abita in una casa in zona Anconetta dichiarata insalubre dall’ULSS: l’appartamento è stato affittato dal comune da un privato e successivamente messo a disposizione per un canone sociale alla famiglia. Ora il Comune di Vicenza ha dato lo sfratto a G.B. e a fine ottobre 2010 vi sarà l’udienza in Tribunale a Vicenza. La scadenza naturale del contratto sarebbe nell’aprile del 2011.

“Denunciamo l’atteggiamento arrogante del comune di Vicenza – ha dichiarato in conferenza stampa Fulvio Rebesani –  che di fronte al caso si è comportato come una semplice azienda immobiliare, senza cercare di risolvere il problema sociale esistente! Si tratta di una famiglia che non ha entrate che non può essere lasciata sulla strada dall’oggi al domani!”

“In generale – conclude Rebesani – il Comune di Vicenza in questi ultimi tempi sta tenendo una linea particolarmente severa, e direi anche punitiva, nei confronti delle persone bisognose di casa! come se il “povero” volesse fare il furbo a tutti i costi, o in qualche modo fosse colpevole della sua povertà!”

Nel racconto della signora in conferenza stampa anche un elemento di discriminazione: pur essendo madre, padre e figlia nello stesso Stato di Famiglia, i due adulti non sono sposati, quindi il comune offre alla donna solo una casa per due persone: madre e figlia! Alla domanda posta da G. B. ai funzionari dell’ente “ma che fine fa il mio compagno se mi assegnate una casa con una sola stanza per me e mia figlia?”, la donna si è sentita rispondere: “andrà all’albergo cittadino!”

Da notare che per normativa le abitazioni per tre persone devono avere una superficie sopra i 70 mq.

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