Nuovi canoni Ater – Marchi: “Sconcerto tra gli utenti: la Regione non ha avvisato! Ora maggiore elasticità” [VIDEO]

Nuovi canoni Ater – Marchi: “Sconcerto tra gli utenti: la Regione non ha avvisato! Ora maggiore elasticità” [VIDEO]

Con l’arrivo questo mese del primo canone ATER aggiornato alla nuova legge 39/2017 che ha posto l’ISEE come parametro per il calcolo del canone, migliaia di assegnatari vicentini e veneti si sono visti recapitare il bollettino di pagamento e il ricalcolo del canone.

Molta è stata la sorpresa da parte degli assegnatari che senza alcun preavviso, in alcuni casi si sono visti raddoppiare ed anche triplicare i canone di locazione.

In alcuni casi, dove l’ISEE supera i 20mila euro,  molti hanno scoperto che superando quel limite per i prossimi due anni, avrebbero perso il diritto a mantenere la casa assegnata.

“Inutile dire che tutto questo ha provocato il panico sopratutto negli assegnatari più anziani – afferma Mauro Marchi, segretario generale del SUNIA di Vicenza – che si sono rivolti al SUNIA per avere delucidazioni”.

“In effetti il nuovo calcolo del canone introdotto dalla legge regionale che ha come base per il calcolo l’Isee – spiega Marchi – comporta per la gran parte degli assegnatari di un alloggio ERP un aumento anche notevole del canone, senza contare che coloro che possiedono dei risparmi in banca o in altra forma che rientri nel calcolo dell’Isee, si trovano a dover pagare un canone che in alcuni casi può anche superare i 600 euro”.

“E’ notevole in questo momento lo sconcerto negli assegnatari – spiega il segretario del Sunia vicentino –  innanzi tutto per la mancata informazione preventiva da parte sia della Regione del Veneto sia delle ATER che li ha esposti a questa sgradevole “sorpresa”, che, se è vero che non era inaspettata è altresì vero che l’entità della variazione dei canoni non era certamente prevedibile”.

E rincara la dose Marchi: “A ciò si unisca che il sistema di calcolo dei nuovi canoni è talmente complesso e farraginoso da sembrare addirittura “esoterico” anche agli addetti ai lavori, figuriamoci al normale assegnatario o pensionato”.

Per il Sunia la mancata informazione preventiva agli assegnatari è da considerare una grave mancanza da parte delle ATER e della Regione, che in vista di un cambiamento di rotta così notevole ben avrebbe dovuto almeno preparare il terreno all’introduzione della nuova legge e sopratutto sui i nuovi parametri di calcolo del canone.

“Questa legge fortemente voluta dalla Giunta regionale – continua Marchi – ha modificato drasticamente rispetto alla precedente l’entità dei canoni, e non ha saputo prevedere le ricadute negative sulle spalle dei cittadini più deboli che in questo momento sono in apprensione per il loro futuro abitativo e sociale”.

Molti assegnatari possiedono un piccolo risparmio o il TFR che hanno messo da parte per la vecchiaia: soprattutto i pensionati per pagarsi delle cure o la retta della casa di riposo. “Questi piccoli risparmi temo – sottolinea il segretario Sunia – che  se lo vedranno erodere nel dover pagare dei canoni più alti nel corso dei prossimi anni”.

PROPOSTA

Il Sunia, pur ritenendo che l’isee sia il parametro più corretto nel fotografare la reale capacità economica degli assegnatari, chiede che si riveda il sistema di calcolo dei canoni, parametrandolo con maggior precisione sulla realtà complessiva del dato economico e non applicandolo pedissequamente come un mero dato aritmetico senza alcuna correzione che ne attenui l’impatto sulla vita delle persone, che altrimenti dovrebbero dilapidare rapidamente i risparmi di una vita.

“Riteniamo che nel corso dei prossimi mesi sia necessario rivedere i molti punti critici che questa nuova legge ha introdotto – conclude Mauro Marchi – situazioni che stanno avendo ricadute pesanti e non sufficientemente valutate dalla Regione, che non ha saputo o voluto ascoltare, gli allarmi che il Sindacato inquilini aveva a suo tempo lanciato, per evitare pesanti ricadute sulla vita di migliaia di cittadini”.

La revisione dei punti critici della legge va fatta rapidamente rimuovendo e rivedendo quei punti che, se non verranno modificati, rischiano di procurare un grave danno a migliaia di cittadini che hanno necessità non di assistenza, bensì di dignità, e la risorsa casa è la base di partenza per poterla garantire.

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