Replica del SUNIA vicentino all’ATER di Vicenza e provincia! E agli inquilini ATER:”Non rispondere al sondaggio per l’eventuale acquisto!” – 2 febbraio 2010

Replica del SUNIA vicentino all’ATER di Vicenza e provincia! E agli inquilini ATER:”Non rispondere al sondaggio per l’eventuale acquisto!” – 2 febbraio 2010

2 febbraio 2010

 

Gli interventi del Presidente dell’ATER di Vicenza in contestazione delle tesi del SUNIA di Vicenza appaiono fuori tema.

Non avevamo detto che l’Ater non edifica. Ben conosciamo numero ed ubicazione gli alloggi che vengono realizzati e di quelli  che sono consegnati e di quelli, già esistenti, riassegnati.

Nella conferenza stampa della settimana scorsa avevamo invece criticato altri comportamenti.

Il silenzio delle Ater venete, ed in particolare di quella vicentina, di fronte al fatto che il Governo attuale ha tolto 350 milioni di euro da quanto già stanziato dal precedente esecutivo per l’edilizia pubblica, in special modo per gli sfrattati, e che esso trattiene a Roma i 200 milioni che residuano dal taglio e che non sono stati ancora distribuiti alle Ater e Iacp italiane, comprese quelle venete.   Visto come questo ente é duro ed implacabile verso i suoi inquilini ci saremmo aspettati che un po’ di questo rigore confluisse nel criticare chi deve dare ma non dà.

Sempre sulla questione soldi rilevavamo criticamente che le Ater venete, compresa quella vicentina, non avevano levato voce a fronte dell’ingiusta ripartizione dei finanziamenti del piano triennale regionale sulla casa: poco meno del 20% alla edilizia pubblica per l’affitto, ca. 80% a quella privata (cooperative, imprese, ecc.) per la proprietà. Ci sembra un evidente ed ingiustificato sbilanciamento.

Su queste due questioni l’Ater vicentina non ha risposto al SUNIA, segno che i nostri rilievi hanno centrato il bersaglio.

Una terza questione riguarda la lettera inviata agli assegnatari di alloggio pubblico edificato prima del 1/1/1990 per sapere se vogliono comperarlo.

Anzitutto dubitiamo sulle proiezioni relative agli incassi (900 milioni nell’intera regione e 100 milioni nel vicentino) ed alle future, conseguenti realizzazioni edilizie. Non si conoscono quanti decideranno effettivamente di acquistare, pagando e quindi integrando il “gruzzolo” dell’Ater, e nemmeno le loro condizioni economiche familiari dalle quali dipendono le riduzioni che possono arrivare fino al 50%.

Sappiamo che una parte significativa degli inquilini Ater sono poveri o comunque con reddito collocabile nei pressi della pensione minima Inps e che il numero degli anziani  é tutt’altro che trascurabile. Tutti costoro che interesse e che possibilità hanno ad acquistare? Si sa che le banche, anche quelle che praticano condizioni favorevoli, non concedono mutui per redditi bassi od a persone con oltre 65/70 anni di età. Ed allora?

Ma l’aspetto di grande scorrettezza da parte dell’Ater vicentina é il silenzio –nella sua lettera- su tre aspetti estremamente sfavorevoli della proposta di legge regionale, che viene approvata da chi comunica di accettare la proposta di acquisto.

Nella lettera non viene riferito che gli alloggi degli inquilini che non acquistano verranno venduti all’asta a mercato libero/privato e la famiglia ex assegnataria Ater potrà rimanere per otto anni alle medesime condizioni dopodiché il nuovo proprietario, un privato, chiederà probabilmente un canone di mercato inaccessibile a chi ha un reddito basso. In tale caso ci sono lo sfratto e lo sloggio. Quindi la proposta di legge regionale sarà per gli inquilini meno abbienti la strada dell’espulsione.

Perché l’Ater non lo ha scritto dando così una informazione tale da indurre in errore i destinatari?

Eppure la Giunta regionale (D.G.R. 3216 del 27/10/2009, in b.u.r. n° 96 del 24/11/2009) aveva deciso un che le Ater inviassero tipo di lettera ben diverso da quello spedito dall’Ater berica, che conteneva questa importante notizia. Perché l’Ater di Vicenza l’ha cancellata?

La proposta di legge regionale ha altri due macroscopici peggioramenti per gli inquilini.

I canoni delle famiglie a reddito basso e medio-baso vengono tutti aumentati (per i redditi sui 16/25.000 € l’incremento è particolarmente sensibile) mentre viene reso meno gravoso il mensile dei redditi più alti.

L’attuale durata della locazione pubblica viene annullata e viene imposto un periodo di otto anni. E dopo?
L’Ater può non rinnovare il contratto di locazione, a suo esclusivo arbitrio: come nel settore privato.

Le lettera inviata agli assegnatari non é un sondaggio, come viene scritto in modo accattivante, ma una sorta di referendum pro e contro la proposta di legge regionale. Chi si dice favorevole all’acquisto non manifesta solo il desiderio legittimo di avere la casa in proprietà ma allo stesso tempo é come se dicesse che vuole l’espulsione degli inquilini che non possono o non vogliono acquistare, che vuole l’aumento generalizzato dei canoni di locazione per tutti gli inquilini Ater, che vuole tagliare la durata dell’affitto riducendolo a solo otto anni.

Per questo il SUNIA di Vicenza consiglia  gli inquilini di non rispondere alla lettera che hanno ricevuto dall’Ater perché essa é come l’esca che nasconde l’amo. Il pesce vuole mangiare l’esca ma si attacca all’amo e viene pescato.

Volendo dare una conclusione generale si può affermare che, nell’ottica di tagliare lo  stato sociale, l’attuale Giunta regionale non solo non provvede ad estendere, almeno in parte, alle locazioni private alcuni vantaggi di quelle pubbliche ma addirittura toglie a queste locazioni anche quel poco di buono che hanno.

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